Il Concordato preventivo biennale

Il concordato preventivo biennale (CPB) rappresenta un accordo fiscale destinato a imprese e lavoratori autonomi di minori dimensioni con reddito in Italia. La sua prima applicazione è prevista per il biennio 2024/2025.

L’Agenzia delle entrate propone la definizione biennale del reddito d’impresa e del valore della produzione netta, e l’accettazione impegna il contribuente a dichiarare tali importi nei periodi oggetto di adesione. Tuttavia, ciò non influisce sull’IVA, soggetta alle regole ordinarie.

Durante il concordato, i contribuenti devono rispettare gli obblighi contabili e fiscali, con possibili interventi dell’Agenzia in caso di violazioni. Variazioni nei redditi effettivi non influenzano Ires, Irpef, Irap e contributi previdenziali, ma è possibile versare contributi sulla parte eccedente il reddito concordato.

Il mancato rispetto dell’obbligo di tassare il reddito concordato porta all’intervento dell’Agenzia, iscrivendo a ruolo le somme non versate relative a imposte sui redditi e Irap.

Il CPB è aperto a imprese e lavoratori autonomi anche aderenti al regime forfetario.

Sono esclusi dal CPB coloro che hanno iniziato l’attività nel 2023, e per aderire, i contribuenti devono:

-estinguere debiti tributari superiori a 5.000 euro;

-non essere stati condannati per reati tributari e penali, negli ultimi tre periodi d’imposta antecedenti a quelli di applicazione del concordato;

-avere sempre presentato la dichiarazione dei redditi, in particolare negli ultimi tre periodi d’imposta precedenti a quelli dell’applicazione del concordato.

Il processo di adesione al CPB prevede scadenze specifiche per la presentazione dei dati e l’accettazione della proposta. Il concordato può cessare in caso di cambiamenti nell’attività o inadempienze fiscali.

Sono escluse dalla proposta concordataria alcune componenti del reddito, come plusvalenze e minusvalenze, e alcune categorie di redditi in ogni caso si dovrà dichiarare un reddito minimo di 2000 euro.

In caso di circostanze eccezionali, individuate tramite decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze, che portino a minori redditi effettivi o minori valori della produzione netta effettivi superanti il 60% rispetto a quelli concordati, è prevista l’uscita dal concordato a partire dal periodo di imposta in cui si verifica tale differenza. Il termine “eccezionali” suggerisce situazioni di particolare gravità, probabilmente estranee alla gestione normale dell’attività.

Cause di cessazione del concordato: Il concordato cessa di avere effetto se, durante il biennio concordatario, il contribuente modifica l’attività senza l’applicazione dell’indice sintetico di affidabilità fiscale o se cessa l’attività. Inoltre, il concordato termina se, a seguito di accertamento nei periodi interessati o precedenti, emergono attività non dichiarate o l’inesistenza/indeducibilità di passività dichiarate per oltre il 30% dei ricavi dichiarati. Altre violazioni di non lieve entità o modifiche sostanziali nella dichiarazione dei redditi possono anch’esse determinare la cessazione. L’omissione del versamento delle imposte relative ai redditi concordati è un’altra condizione di cessazione.

Durante il concordato, gli accertamenti fiscali ordinari sono sospesi, ma sono previste misure di controllo per i soggetti non aderenti o che decadono dal concordato.

Il CPB offre benefici simili a quelli degli ISA, ma la scelta di aderire dovrebbe essere basata sulla convenienza fiscale considerando la differenza tra il reddito proposto e quello effettivo nel biennio concordato. La tranquillità fiscale non è garantita, e il concordato mira a favorire l’emersione del sommerso.

ITER:

  1. Compilazione modello Isa ed invio all’agenzia entrate;
  2. Entro 5 gg dall’invio di cui al punto 1. si riceverà la proposta del concordato preventivo biennale;
  3. Entro i termini i termini di pagamento delle imposte si dovrà comunicare l’accettazione o meno del CPB.